Intervista con la scrittrice genovese autrice del libro “Una morte perbene”. La scrittrice ci ha parlato del suo romanzo, del suo modo di scrivere, di lei e dei suoi progetti.
Simonetta Ronco, genovese, è docente universitaria, giornalista e scrittrice.
Appassionata di crimini e misteri ha creato due personaggi di successo: il pianista investigatore Audemars Février, e il commissario veggente Dario Barresi.
“Una morte perbene” (Edizioni Leucotea) è la prima indagine di Luca Traverso, poliziotto anni Settanta, che riporta alla mente le atmosfere di provincia in cui si muovevano attori culto come Lino Ventura e Ugo Tognazzi.

Dov’è nata la tua passione per la scrittura?
La prima passione che è nata in me da bambina è stata quella della lettura. Ricordo che spesso, tornando da scuola, trovavo un nuovo libro appoggiato sul letto, regalo dei miei genitori o dei nonni e, regolarmente, lo finivo in un pomeriggio. Erano i grandi classici della letteratura per ragazzi. Poi, quando ho cominciato a scegliere autonomamente, ho privilegiato i romanzi della letteratura dell’Ottocento e Novecento, sia italiana che straniera. Questo leggere costante ha formato dentro di me pensieri, sentimenti, idee, riflessioni, fantasie, che, prendendo forme nuove, sono diventati linfa per una nuova passione, quella della scrittura. Da quel momento, che risale circa ai diciotto-vent’anni, non ho più smesso di scrivere. Prima per conto mio, per raccontare storie immaginarie e romantiche, poi per provare a pubblicare.
Hai un sottofondo preferito che utilizzi mentre scrivi?
Il silenzio. Non ascolto musica, mi distrae. Mi piace però guardare fuori dalla finestra mentre scrivo. In città, a Genova, dove vivo, vedo il mare. In campagna, nella casa di famiglia, che si trova tra le colline savonesi, la pace dei prati e dei boschi.
Ci racconti qualcosa del tuo romanzo?
È una storia avvincente, che introduce sulla scena letteraria un nuovo personaggio, il Commissario Luca Traverso. Luca è stato mandato a Imperia per “punizione”, ma non è un uomo che si rassegni a una vita routinaria o a soluzioni di comodo. É un personaggio scomodo, che scava, e non si ferma nemmeno davanti alle imposizioni dei superiori. Non è un dongiovanni, direi piuttosto un timido, lo vedrei bene interpretato da un mio amico, attore ligure, Enzo Paci. Traverso si trova di fronte a una storia intricata, fatta di collusioni, alleanze, segreti e bugie, che coinvolge tutti, o quasi tutti, i maggiorenti della città. E scavando, appunto, riesce a far emergere anche fatti drammatici che appartengono al passato e che diversamente sarebbero rimasti impuniti.
Quanto di te metti nelle tue opere?
Di solito si dice che uno scrittore mette sempre un po’ di se stesso in un libro. Per quanto mi riguarda preferisco dire che nei libri che scrivo metto quello che è necessario perché il risultato mi soddisfi. Diciamo che sfrutto le mie emozioni, le mie reazioni, la mia versatilità come essere umano per infonderle nei personaggi, un po’ qua e un po’ là. Sono come un regista che assegna ad ogni personaggio una parte, e dà suggerimenti perché sia interpretata al meglio.

Hai altre passioni oltre la scrittura?
Sì, molte: la lettura, l’arte, la musica, il teatro, i viaggi. Difficile fare una graduatoria, vado a periodi.
Qual è il genere che preferisci scrivere?
Il romanzo, con elementi di giallo, ma anche ricco di risvolti sentimentali e psicologici, è il mio genere preferito. E comunque non dimentico mai che raccontare una storia di misteri o delitti richiede anche una buona conoscenza di luoghi e periodi storici. Amo molto anche scrivere biografie di personaggi femminili: nel 2018 ho dato vita a una collana letteraria che si intitola Mnemosine – Donne nell’ombra, legata a un progetto culturale teso a cercare, studiare e valorizzare personaggi femminili sconosciuti o dimenticati.
C’è qualcosa che ti aiuta quando ti blocchi con la scrittura?
Difficile che accada. E comunque il periodo “bianco” è come un raffreddore, prima o poi passa da solo.
Hai un nuovo libro in progetto?
Ho da poco terminato il quinto romanzo della serie di Audemars Février, il pianista investigatore, e ora sto lavorando al secondo “episodio” di Dario Barresi, poliziotto veggente. Difficile che passi del tempo senza progettare o scrivere, mi piace anche lavorare a più cose contemporaneamente, per variare gli stati d’animo.
Ricordi qual è il primo libro che hai letto?
Francamente no. Ho imparato a leggere molto presto e i primi libri sono stati senz’altro di fiabe. Poi però sono passata rapidamente ad altro.
Ed infine, qual è il tuo libro preferito?
Non ne ho uno ma decine. Posso dirti a quali scrittori mi sento più vicina, ma solo a titolo di esempio: Sciascia, Fruttero e Lucentini, Simenon, Canetti, Mann.
Il romanzo “Una morte perbene”, dell’autrice Simonetta Ronco è pubblicato dalla casa editrice Edizioni Leucotea
Disponibile nelle migliori librerie e setore online.
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Ringraziamo Simonetta Ronco per la disponibilità e Sara Bontempi per la collaborazione.
