Oggi prendono il via gli articoli anticipati nei giorni scorsi che raccontano i ricordi di quarant’anni (quasi) di giornalismo del nostro direttore. E si inizia con il ricordare gli incontri con il grande cantautore genovese.

Quando mi sono messo d’impegno per raccontare i miei ricordi “giornalistici” ho ripercorso mentalmente i quasi quarant’anni passati da quando ho iniziato a “scribacchiare” e mi sono chiesto: con quale ricordo inizio e do principio alle mie reminiscenze?
Ne ho tanti da ricordare, per la maggior parte belli ed emozionanti ma alcuni non proprio positivi, e alla fine dovevo scegliere: uno bello ed emozionante.
Ci ho pensato per bene e così ho deciso di iniziare dal mondo musicale e da un protagonista della canzone d’autore: Fabrizio De André.
Il desiderio di scrivere di questa esperienza mi è venuto anche grazie al libro che l’amica Laura Monferdini ha dato alle stampe con protagonista il grande artista genovese e ai suoi discorsi in tour (Parola di Faber – Arcana).
Appena l’ho acquistato sono andato a leggere i passaggi del libro legati ai concerti che ho vissuto e mi è sembrato di rivivere quei momenti e da lì ricordare è stato un passo.

Fabrizio De André è sempre stato un cantautore che mi è piaciuto (anche se fino a un certo momento non conoscevo tutta la sua produzione artistica) e il primo concerto a cui ho assistito è stato quello a Torino, Festa Nazionale dell’Unità (8 settembre 1981), ma non ero ancora giornalista e ho visto il concerto da puro fan e ben lontano dal palco.
Quando ho iniziato a scrivere per La Settimana (settimanale di Alessandria) e ho iniziato a proporre ai lettori interviste con attori e cantanti uno dei miei obiettivi è stato, fin da subito, intervistare il grande Faber.
E l’occasione si è materializzata a settembre del 1984.
Fabrizio De André aveva pubblicato un album fantastico, “Crêuza de mä”, ed era partito in tour.
Era un sabato, il 22 settembre. quando l’impossibile è diventato possibile.
Grazie all’amica Adele De Palma, allora all’agenzia Cose di Musica di Bruno Sconocchia, ho avuto la grande e insperata occasione di incontrare De André.
Ottenni l’intervista dopo il concerto (insieme a Radio Babboleo) e ne venne fuori una chiacchierata molto interessante, grazie anche alla disponibilità di Faber.
Mi piace ricordare che, quando ci sedemmo nel camerino, ci presentammo a Fabrizio: “piacere Giacomo (mi pare di ricordare) di Radio Babboleo” e io “Fabrizio della Settimana di Alessandria”.

Quando ho detto Fabrizio, De André si girò verso di me e mi sorrise e a ogni risposta mi gettava uno sguardo, cosa che mi ha emozionato parecchio.
Dopo quel “mitico” momento non mi aspettavo di incontrare nuovamente Fabrizio De André dopo nemmeno un mese.
Ottobre 1984, Sanremo, ultima serata della Rassegna della Canzone d’Autore – Club Tenco (sabato 13 ottobre): sapevo che a Fabrizio avevano assegnato ben due Targhe Tenco (per il Miglior Album e per il Miglior Album in dialetto).
Quindi sapevo che De André sarebbe stato presente ma non immaginavo il nostro incontro.
Mi trovavo sul marciapiede fuori dal Teatro Ariston in attesa della serata quando mi vedo venire incontro Fabrizio De André e Mauro Pagani.
Ci salutiamo (si ricordava di me, sarà stato per il nome) e poi… visto che in quel periodo indossavo la cravatta però mi piaceva tenerla allentata, Fabrizio mi si avvicina e mi stringe il nodo con commento sarcastico di Mauro Pagani.
Di quella sera ho ben presenti due momenti che ricordo con molto piacere.

La cena al Mediterranee dopo la serata ma prima un momento molto particolare: bancone del bar del Teatro Ariston, tre bicchieri, io in mezzo, alla mia destra Paolo Conte e alla mia sinistra Fabrizio De André… e si parlava di canzone d’autore.
Ho anche avuto modo di scambiare quattro chiacchiere informali con Faber senza pensare a utilizzarle per un articolo.
Ho incontrato nuovamente Fabrizio De André nei camerini del Teatro Comunale di Alessandria dopo la prima data del tour del 1992-1993 “Fabrizio De André in teatro” (24 ottobre) insieme ad altri colleghi giornalisti per una chiacchierata informale ma intensa.
Non ho più avuto occasione di incontrare Fabrizio De André.