Oggi vi proponiamo l’intervista con il duo composto da Chiara e Giulia da poco uscite con l’EP dal titolo “Yayanice”. Le artiste ci hanno parlato del nuovo lavoro e più in generale di musica.

YAYANICE” è l’omonimo ep del duo musicale emiliano (Chiara e Giulia), disponibile su tutte le piattaforme digitali. Le due ragazze hanno dato vita a quello che è un lavoro più maturo rispetto al primo lavoro “GU.AST.O.” (2021), più ragionato e consapevole, dalle sonorità che raggiungono orizzonti a volte sognanti e surreali, ma anche terreni e profondi. 
Questo ep è l’espressione artistica delle loro emozioni, delle loro ricerche e sensazioni. Un tentativo di tradurre in suoni il loro mondo, attraverso quel filtro onirico che le contraddistingue.
Per l’occasione abbiamo scambiato quattro chiacchiere con loro. Buona lettura!

Ciao, benvenute sulle pagine di Ottiche Parallele Magazine! Quando nasce il vostro amore per la musica?
(Chiara) Ciao e grazie per l’intervista. Il nostro percorso artistico è iniziato in modi profondamente diversi tra loro. Per quel che mi riguarda mi sono avvicinata allo studio del canto solo a 32 anni, dopo che interiormente ho avvertito quella che si può definire una chiamata, apparentemente tardiva, nei confronti della musica. L’ aver accolto questo messaggio mi ha cambiato profondamente grazie all’ effetto curativo che ha avuto in tutte le sfere della mia vita, da lì in poi, e forse anche indietro.
(Giulia) Io ho iniziato a suonare il piano a sei anni, mio padre lo suona per hobby e da bambina rimanevo affascinata dai suoni che uscivano da quello strumento. In adolescenza mi sono avvicinata al jazz e, finite le superiori, ho intrapreso studi accademici sia al conservatorio jazz che classico. Nel corso degli anni ho fatto parte di varie band dal jazz, all’ R&B, al soul e al pop. Il mio “pallino” più grande da sempre è scrivere musica, cosa che faccio anche con Yayanice.

Cosa rappresenta per voi la musica in generale e il vostro fare musica in particolare?
La musica è tantissime cose per noi: è rifugio, conforto, ricerca, duro lavoro, relazioni umane, esplorazione di noi stesse, condivisione, creatività. Nel nostro caso è una rappresentazione a posteriori del nostro viaggio anche, perché no.

Quali musicisti hanno ispirato il vostro stile e la vostra musica?
Di musica ne abbiamo ascoltata sempre tanta, per lo più nell’ambito della black music per stare molto larghe e generiche. Quello che trasliamo nelle nostre sonorità è frutto di questi ascolti ma anche del nostro gusto. Crediamo sia il processo che accomuna molti artisti di oggi, dopo che di musica sotto ai ponti ne è passata una marea. Ad ogni modo se vogliamo dire qualche nome assolutamente non esaustivo: Michael Jackson, Chaka Khan, Erykah Badu, Hiatus Kaiyote, tutta la house fine ’90 inizio 2000 e l’elenco è molto lungo.

Da poco è uscito il vostro nuovo ep. Di cosa parla e cosa vuole trasmettere?
Questo EP per noi è un lavoro più maturo e meditato rispetto a GU.A.ST.O. che lo ha preceduto. Pur spaziando ancora negli stili, rappresenta un gradino successivo nella nostra evoluzione musicale. È un lavoro che a volte tocca dimensioni sognanti e gassose, mentre altre si insinua nelle radici profonde del groove. Il concetto chiave che vi trova spazio è quello del viaggio e della trasformazione.

C’è un filo conduttore che lega i brani dell’album?
I sei brani si susseguono lungo un filone ed un immaginario che in principio tocca tematiche e sonorità più aeree per poi approdare e concretizzarsi nella terra, nella radice. Come la rappresentazione di un flusso creativo al quale abbiamo voluto dare il nostro nome.

Quali saranno i vostri prossimi progetti?
Adesso abbiamo la necessità di fermarci un attimo e di focalizzarci sulla nostra evoluzione, dal momento che abbiamo alle spalle due EP e il materiale non ci manca. Vogliamo capire come e dove collocare tutta questa roba per riuscire a valorizzarla e a diffonderla il più possibile.

Ringraziamo Chiara e Giulia, le Yayanice, per la disponibilità e per la collaborazione l’agenzia Red&Blue Music Relations e Valentina Seneci.