Domenica verrà inaugurata l’edizione 2023 della Borsa Internazionale del Turismo e cogliamo l’occasione per andare a scoprire alcune “chicche” del Bel Paese.

Nei giorni 12, 13 e 14 febbraio a Milano, all’Allianz MiCo, torna la BIT, la Borsa Internazionale del Turismo, e proviamo in questi giorni a scoprire qualche interessante realtà che visitatori e addetti ai lavori potranno trovare negli spazi della fiera e possibili mete per i nostri viaggi.

Molise – via Francigena – Santuario Addolorata – Castelpetroso

MOLISE: LA VIA FRANCIGENA
“Franceschi” o “Francigeni” venivano chiamati nel nostro paese tutti quei pellegrini oltramontani dalle lingue incomprensibili, dato che con il  termine geografico  “Francia” veniva allora genericamente indicato  tutto il mondo cristianizzato che si trovava al di là delle Alpi. Di conseguenza per dare un nome  ai  percorsi seguiti dai  sempre più numero pellegrini con tale provenienza nasceranno gli odonimi “via Francesca” e ”via Francigena”, il cui uso è documentato a partire dalla seconda metà del IX secolo. Le strade   che venivano usate erano  quelle ereditate dal mondo antico : alcuni secoli di (relativo) abbandono con il conseguente venir meno di una costante manutenzione  non potevano aver avuto ragione del tutto del sistema stradale romano, “forse il più bel dono che Roma abbia fatto alla terra”, per usare la felice espressione di Marguerite Yourcenar  che appare in “Memorie di Adriano” (traduz. ital., Einaudi, Torino 1963, p.118). È ben vero che scomparve il “cursus publicus” e i “praefecti vehicolorum” che ad esso provvedevano, così come cessò l’attività dei “curatores viarum”, che provvedevano a mantenere in efficienza le consolari, ma più che il deterioramento o la distruzione dei manufatti stradali si  verificò la “regionalizzazione” dei percorsi, cosicché nella maggior parte dei casi le strade, ancorché dissestate, venivano ancora  utilizzate, ma prevalentemente per usi locali, non rispondendo più allo scopo per il quale erano state costruite : i collegamenti ad ampio orizzonte. Il fenomeno è  particolarmente verificabile nell’Italia centro-meridionale, dove la rete viaria  era assai più articolata che nel resto dell’Impero e s’imperniava su alcune grandi arterie :  la via Appia, che non a caso era stata definita la “regina viarum”, la via Latina e l’ “Appia Traiana”, che fu forse l’opera più grandiosa realizzata da Roma. E proprio da questa parte della penisola italiana provengono le più antiche attestazioni documentarie che testimoniano l’uso dei due odonimi “via Francesca” e “via Francigena”, sia per tratti di quelle grandi “consolari” che abbiamo ricordato , sia per strade meno importanti, ma pur sempre documentate o documentabili in età classica, per le quali è significativo che  nella documentazione  scritta dell’alto medioevo si adoperasse l’espressione “via silicata”. Le vie “Francesche” e “Francigene” documentate nel Molise, o meglio nel territorio dell’antica “Provincia Samnii” a indicare come i pellegrini “franceschi”, proseguendo il loro cammino a sud di Roma, non seguivano solo le direttrici stradali delle principali vie romane del Mezzogiorno, ma utilizzavano anche i percorsi di altre strade,  egualmente d’impianto romano, che consentivano loro comunque di raggiungere le  mete che si erano prefissate.
info.micaelica.molisana@gmail.com

Umbria – il cammino di Via Amerina

SCOPRIRE L’UMBRIA… LENTAMENTE
A piedi o in bicicletta attraverso paesaggi incontaminati. L’Umbria, cuore verde d’Italia, è la meta perfetta per una vacanza lenta e sostenibile. Natura e parchi, arte e cultura, sport all’aria aperta ed eccellente enogastronomia renderanno il vostro soggiorno indimenticabile. I suoi campi e boschi, gli uliveti e i vigneti che non solo producono oli e vini pregiati, ma sono il simbolo di questa terra verde. Costellate di borghi medievali e rifugi silenziosi, le colline umbre offrono panorami mozzafiato. In Umbria basta spostarsi di pochi chilometri per scoprire luoghi di natura selvaggia e incontaminata, con faggeti secolari, grotte profonde e monti ricordati da antiche leggende. L’Umbria è anche ricca di acqua, con sorgenti e laghi, fiumi che scavano impressionanti gole rocciose, zone umide e laghi, e una delle cascate più alte d’Europa. La bellezza dell’Umbria ispira poeti, pittori e instagrammer. Sentieri per passeggiate a piedi, in bicicletta e a cavallo. Con centinaia di km di sentieri per passeggiate a piedi, in bicicletta e a cavallo, il paesaggio verdeggiante dell’Umbria è una destinazione impareggiabile per un turismo lento e sostenibile, per persone di ogni livello di preparazione fisica. Il premiato percorso di pellegrinaggio Via di Francesco collega villaggi, monasteri rurali, eremi isolati e altri luoghi associati alla vita di San Francesco. Percorrete alcuni tratti dell’itinerario o la sua intera lunghezza, per riconnettervi con voi stessi e con la natura.
https://www.umbriatourism.it/it/homepage

Castello di Racconigi

PIEMONTE: LE REALI VILLEGGIATURE
Accoglienti residenze reali di campagna immerse nel verde. Dalla metà del Settecento la famiglia reale trascorreva la villeggiatura nelle residenze lontane da Torino. Furono acquistate, a questo scopo, i castelli di Govone, famoso per il giardino settecentesco e la sua collezione di rose, e di Agliè, il cui salone da ballo affrescato e la successione di ambienti d’epoca perfettamente conservati rendono l’edificio un trionfo di eleganza e splendore. Nell’Ottocento la famiglia Savoia amava frequentare il Castello di Racconigi con il suo straordinario parco romantico, la Tenuta di Pollenzo, attuale sede dell’Università di Scienze Gastronomiche, e il Castello di Valcasotto trasformato da monastero certosino in residenza di caccia.
https://residenzerealisabaude.com/

Sardegna – Necropolis is Pirixeddus

SARDEGNA: NECROPOLI IS PIRIXEDDUS
La grande necropoli di Sant’Antioco è uno specchio della vita e della floridezza della città punica di Sulky tra il VI sec. e il III sec. a.C. Sono più di 50 le tombe sotterranee scavate nel settore di Is Pirixeddus, una piccola porzione del grande spazio necropolare che doveva coprire una superficie di circa 10 ettari. Le camere ipogee, alle quali si accedeva attraverso un corridoio scalinato, accoglievano numerose salme, forse i membri di una medesima famiglia, inumate entro bare di legno, spesso dipinte di rosso o decorate con figure umane intagliate in rilievo. L’impianto funerario rimase in uso anche durante il periodo romano: tombe alla cappuccina, tombe ad incinerazione o semplici fosse terragne costellavano la collina che dall’Acropoli raggiungeva, verso est, l’antico centro abitato. Nel percorso proposto si attraversano le camere di quattro tombe puniche rese tra loro comunicanti, dove è possibile ammirare copia di un arcosolio affrescato del IV secolo d.C..
https://www.visitsantantioco.info/rete_di_qualita/archeotur/