Intervista con l’autrice del romanzo “Rosso Obliquo”, un romanzo attuale, rivolto ai lettori che amano le tematiche di questa generazione.

Incontriamo Alessia Cargnelutti, ci porta a scoprire il suo romanzo Rosso Obliquo (Pav Edizioni). È un romanzo attuale, rivolto ai lettori che amano le tematiche di questa generazione, con un’analisi dei sentimenti e dell’animo umano.

Rosso obliquo è il tuo ultimo romanzo pubblicato, ce ne parli?
“Rosso obliquo” solo apparentemente parla di un triangolo amoroso: in realtà parla di precarietà, intesa in senso lato: instabilità generalizzata, sia in campo relazionale che lavorativo, nelle amicizie, in tutto. Anche nell’evoluzione della propria interiorità. Ma questa è solo un’interpretazione, non si deve per forza trovare un senso preconfezionato ad un’opera letteraria. Ho dato voce ai pensieri sia maschili sia femminili, a persone giovani ma anche a persone più avanti con l’età, ho parlato di temi anche scottanti come l’HIV, adolescenti che vivono dubbi sul loro orientamento sessuale, la fragilità dei rapporti di oggi, anche amicali.

Hai delle abitudini particolari durante la scrittura?
Quando ho scritto questo libro mi chiudevo in camera, ascoltavo musica, ma non sempre. Spesso scrivevo poco per volta e datavo ogni singolo passaggio.

Ci consigli un libro NON tuo?
Ce ne sono parecchi, negli ultimi anni mi è rimasto impresso “Io non compro” di Judith Levine. Parla di un esperimento contro il consumismo e di come il mondo di oggi sia tutto basato sull’acquisto e sull’apparenza. Mi ha fatto riflettere parecchio.

Quando hai scritto il tuo romanzo, avevi già in mente la trama o tutto è nato di getto?
La trama iniziale era diversa, era incentrata sul protagonista maschile, poi pian piano sono nati altri personaggi, è difficile dire quale sia il vero protagonista del libro. Anche se tutti i personaggi, in fondo, hanno qualcosa da dire.

Si parla spesso di “scrittura al femminile”, intendendo tante cose diverse, ma quanto la scrittura al femminile dà voce alle donne?
Spesso anche per le donne è difficile scrivere di altre donne, perché in fondo siamo cresciute noi stesse in una società maschilista, per cui abbiamo interiorizzato degli stereotipi, un certo modo di pensare. Io ho voluto descrivere degli archetipi femminili, facendo emergere anche il coraggio insito in una donna, non solo i suoi lati vulnerabili.

Secondo te qual è il libro più bello che hai letto?
Ce ne sono moltissimi, ricordo volentieri “Forte come la morte” di Maupassant.

Ringraziamo Alessia Cargnelutti per la disponibilità e Brassotti Agency e Associati per la collaborazione.