Intervista con l’autrice di “53 Secondi”, il libro edito da LifeBooks. L’autrice ci parla del suo libro e del suo rapporto con la scrittura. A fine intervista ci svela che…

Keira Stol con una scrittura giovanile, energica e spontanea prende per mano il lettore e lo porta nella vita e nei sentimenti dei personaggi che sono descritti così bene da risultare reali.
L’abbiamo intervistata per i nostri lettori.

Ci parli della sua nuova pubblicazione 53 Secondi edito da LifeBooks.
“53 secondi” è una commedia romantica che racconta la storia di Serena, una semplice ragazza di ventotto anni che ha il super potere di attirare i problemi e di ficcarsi in situazioni imbarazzanti: è cintura nera di figuracce, insomma!A parte questo la sua vita scorre in modo normale e ordinario, anche se il suo passato è segnato da un grave incidente che in 53 secondi le ha sconvolto l’esistenza. Da quel giorno si è trasferita a Baia Smeralda, un piccolissimo paesino incastonato tra il blu del mare e il verde smeraldo della collina e ha ricominciato un’esistenza semplice e tranquilla. Fino a quando altri 53 secondi hanno stravolto nuovamente la sua vita: durante l’ennesima situazione imbarazzante ha incontrato qualcuno che da quel momento le ha fatto provare sensazioni sconosciute, fortissime e contrastanti. E da quel giorno la sua vita è di nuovo cambiata.

Qualche chicca?
Non voglio svelare troppi particolari. Sappiate che la storia di Serena è un concentrato di amore, ironia, romanticismo, passione, mistero, quotidianità e tanto altro! Il genere narrativo è quello del diario strutturato in parti di lunghezza variabile definite dal nome di un mese; ogni parte è suddivisa a sua volta in capitoletti che coincidono con giornate diverse. Il romanzo è scritto in prima persona, quindi il lettore scopre e vive le vicende insieme alla protagonista.

Qual è il suo rapporto con la scrittura?
Scrivo per divertimento e per necessità, da sempre. Scrivere per me è un bisogno primario e primordiale: quando mi viene un’idea devo fermarmi, qualunque cosa stia facendo e ovunque mi trovi, prendere il cellulare, aprire le note, e scrivere. C’è chi si rilassa facendo sport, chi invece trova giovamento nell’ascoltare la musica o guardare le serie televisive, chi preferisce impiegare il proprio tempo libero sui social o davanti a una consolle. Io invece passerei ore, settimane, mesi e anni a scrivere: questa è l’unica attività che mi rigenera e mi rilassa davvero. Detesto però essere interrotta, cosa che succede di norma ogni dieci minuti: perciò mi metto a scrivere quando so di avere davanti a me molto tempo e pochi guastafeste.

Ha provato empatia con i personaggi?
I personaggi sono mie creature, per forza empatizzo con loro! A volte vivo e provo prima io ciò che poi sperimentano loro; altre invece i miei personaggi mi spiazzano, sembrano dotati di vita propria e fanno o dicono cose che non mi appartengono. Ma nella maggior parte dei casi io mi immedesimo tanto in ognuno di loro e sono solidale con ciò che sono e con ciò che provano. Quando poi vengono maltrattati o non capiti dai lettori ammetto che ci rimango un po’ male e mi dispiace. Ma non si può piacere a tutti, questo vale sia per le persone sia per i personaggi.

C’è una scrittrice, un poeta o uno scrittore che considera il suo mentore?
Restando nel genere romantico, nutro sin dai tempi del liceo un amore assoluto per la scrittura e le opere di Jane Austen.  Adoro anche scrittrici contemporanee come Julia Quinn e Lisa Kleypas. Spaziando in altri generi, credo che un mostro sacro per fantasia, originalità e stile sia senz’altro J.K.Rowling. Come vedi, tutte donne.

Il suo luogo e momento preferito per scrivere?
Preferisco scrivere in pigiama sdraiata sul divano con il computer appoggiato sulle ginocchia. Per la prima mezz’ora devo essere da sola, nel silenzio più totale, magari con qualche schifezza da spiluccare. Poi, una volta immersa nella scrittura, potrei anche essere circondata da decine di spogliarellisti inseguiti da orde di donne in delirio che non me ne accorgerei. La difficoltà maggiore è proprio trovare silenzio e solitudine per cominciare a produrre. L’ideale sarebbe scrivere di notte, ma proprio non ci riesco: sono una dormigliona cronica. L’unico momento in cui provo a concludere qualcosa è durante il weekend. Ma solitudine e silenzio sono condizioni a me quasi totalmente sconosciute. A volte penso che un po’ di monastero di clausura farebbe un gran bene alla mia produzione letteraria.

Ha già pronto un nuovo libro?
Sto terminando il seguito di “53 secondi” e ho già la traccia per il terzo e ultimo romanzo della serie che vede come protagonista Serena. Contemporaneamente ho iniziato a scrivere una nuova storia dai toni un po’ diversi: sempre di genere rosa, ma più avventurosa, introspettiva e audace per certi versi.

Ringraziamo Keira Stol per la disponibilità e Optima Agency per la collaborazione.