Eccoci con lo speciale dedicato alle mostre. Due mostre a Milano. “Gerico” negli spazi della Fondazione Stelline e alla Galleria Artespressione “Percorrere i tempi”. Collettiva al Museo di Arte Contemporanea di Termoli.
“LUCA MOSCARIELLO. GERICO”
a cura di Alberto Zanchetta
2 marzo – 2 aprile 2022
Fondazione Stelline
Corso Magenta, 61 – Milano

Dal 2 marzo al 2 aprile 2023, Fondazione Stelline organizza e promuove “Gerico”, mostra personale di Luca Moscariello – a cura di Alberto Zanchetta – che offre l’occasione di indagare oltre lo sguardo, creando nuovi punti di riflessione tra ciò che si pensa di vedere e ciò che realmente si vede. “Gerico” è il coronamento di un gioco di incastri e paradossi a cui Luca Moscariello lavora da ormai cinque anni. La mostra raccoglie un nucleo di opere, per lo più inedite, appartenenti alla serie Puzzle che – spogliate da ogni componente narrativa – intendono sondare il medium pittorico. Sottraendo alla vista l’eccesso che compromette e infiacca la curiosità, Moscariello invita lo spettatore a scrutare “immagini-soglia” che inscenano contatti e allontanamenti, interruzioni e isolamenti. Le superfici dei dipinti sono modulate in modo da scuotere l’atarassia del quadr[at]o: diversi piani di costruzione si innestano, infatti, all’interno del perimetro per sviluppare un gioco percettivo basato sulla dialettica del dissimile. «In termini pittorici - tiene a precisare l’artista, quel recinto è il risultato di un coacervo di pratiche reiterate, scandite dal lavoro quotidiano, come un orto benedettino che richiede la regola della custodia continua e meticolosa». Per quanto salde, le opere appaiono traballanti, pervase da un senso di instabilità, come se dovessero franare tutte le certezze dell’osservatore. La curiosità è il solo modo per fruire questi dipinti: un guardare che è conquista e permette di spingersi oltre l'impalcatura pittorica, oltrepassando il limite del visibile e del verosimile (l’effetto tromp-l’oeil). Lo spettatore è quindi invitato a sbirciare sotto gli angoli che si sollevano e che danno luogo al dibattito, permettendo alla vista di schiudersi per tornare a guardare. Il percorso espositivo è concepito alla maniera di un labirinto scandito da colori e ombre, un camminato che suggerisce inciampi nelle immagini, rallentamenti che permettono di penetrare le forme e i dubbi che esse celano in superficie. In mostra sono presenti alcuni monocromi di grande formato e una quadreria, Elogio delle fragilità, realizzata appositamente per gli spazi della Fondazione Stelline. Le possibilità combinatorie di questa quadreria, proprio come le tessere di un puzzle, dilatano le singole opere oltre i propri confini, inseguendo un’armonia piuttosto che una vera unità. La mostra è stata organizzata e promossa da Fondazione Stelline con il patrocinio di Regione Lombardia e Comune di Milano e con il supporto di Union, GT Comis, Gaia Srl, Geriko e Isorropia Homegallery. L’esposizione sarà accompagnata da un catalogo a cura di Alberto Zanchetta (NFC Edizioni; 96 pp.;32,00 euro). Orario: martedì – domenica, h. 10.00-20.00 (chiuso il lunedì). Ingresso gratuito. Info: mostre@stelline.it | stelline.it
“ADRIANA BISI FABBRI. PERCORRERE I TEMPI”
a cura di Matteo Pacini
con testo di Luigi Sansone2 marzo – 1 aprile 2023
Galleria Artespressione
Via della Palla, 3 (angolo via Torino) – Milano

La galleria Artespressione presenta la mostra “Adriana Bisi Fabbri. Precorrere i tempi”, curata da Matteo Pacini, con testo di Luigi Sansone, dedicata alla grande pittrice, illustratrice, caricaturista del secolo scorso e ne mette in luce la complessità, l’ironia e l’eclettismo. Con questa esposizione di importante profilo artistico e culturale la galleria milanese effettua e approfondisce una ricerca su alcune correnti artistiche tra Ottocento e Novecento dando il via ad un ciclo di eventi dedicati ad alcune personalità di grande spessore che, per motivi diversi, sono poco conosciute al grande pubblico. Dal 2 marzo al 1 aprile 2023 si ammirano preziose opere su carta di medio e piccolo formato che mettono in luce la poetica di Adriana Bisi Fabbri incentrata su ritratti, curiosi autoritratti, caricature, bozzetti, manifesti e figurini di moda. I lavori raccontano la carriera artistica di una donna che ha saputo precorrere i tempi e ha colto con maestria stati d’animo e sentimenti, che evidenziano il suo essere anticipatrice di un nuovo modo di vivere la femminilità. “Questa mostra – afferma Matteo Pacini – rappresenta l’occasione per restituire alla figura di una grande artista del Novecento, non sufficientemente ricordata nel tempo, la luce che merita la complessità del suo lavoro, l’ironia e l’eclettismo di una produzione ampia e brillante arrivata ai giorni nostri con una fama sicuramente inferiore al dovuto”. Protagonista di una vita travagliata, Adriana Bisi Fabbri, si è fatta strada in un’epoca maschilista e grazie al suo talento innato oltre a una raffinata intelligenza, oggi rappresenta il modello di una donna libera, indipendente, capace di cambiare il suo destino. La sua feconda creatività e la passione per la sperimentazione la portano ad essere protagonista di differenti scelte espressive, infatti in mostra si trovano suggestive opere a olio, pastello, tempera, acquerello, matita, china, sanguigna e tecnica mista che l’hanno consacrata tra gli esponenti del movimento degli “ardimentosi”. Da sempre aperta alla modernità e alle novità intuisce e interpreta con anticipo i linguaggi dei movimenti che animano l’arte italiana, dal divisionismo al futurismo e in Europa la secessione e l’espressionismo. La rassegna riporta alla luce la sfaccettata produzione di un’artista che ci ha lasciato una moltitudine di opere intime, “delicate e familiari - come nota Luigi Sansone, in cui - il suo forte legame con la famiglia è una costante fonte d'ispirazione per ritrarre il marito e i figli Marco e Riccardo in una varietà di atteggiamenti come nei disegni Giannetto Bisie Adriana mentre leggono, 1906 c., Giannetto Bisi mentre legge, 1906 c., nei quali coglie le espressioni psicologicamente più intense e tipiche del loro vivere”. Oltre a questo genere di opere in mostra si possono ammirare ricercati modelli per abiti alla moda come Studio per abito del 1911, ma anche pungenti caricature come L’alpino o Il dio dei tedeschi oltre a profondi ed enigmatici ritratti e autoritratti che, grazie al tratto ricercato e ai sapienti chiaroscuri fanno emergere dalla carta volti con una forza espressiva sorprendente. Inaugurazione giovedì 2 marzo ore 18.30. Orari martedì - sabato ore 12-19. Ingresso libero. Info pubblico e visite su appuntamento artespressione@gmail.com - cell. +39 329 9648086
“sub”
a cura di Michele D’Aurizio
fino al 14 maggio 2023
MACTE – Museo di Arte Contemporanea di Termoli
Via Giappone – Termoli (CB)

Betty Danon, Antonio Dias, Jorge Eduardo Eielson, Hsiao Chin, Tomás Maldonado, Roberto Sebastián Matta, Carmengloria Morales, Hidetoshi Nagasawa, e Joaquín Roca-Rey sono tutti artisti nati in Asia o in Sud America; nel secondo dopoguerra hanno trascorso soggiorni più o meno lunghi in Italia e, in alcuni casi, vi ci sono definitivamente trasferiti. Fino al 14 maggio 2023 con la mostra “sub” a cura di Michele D’Aurizio, il MACTE Museo di Arte Contemporanea di Termoli presenta un originale progetto espositivo che, attraverso le opere di questi artisti e artiste, propone uno sguardo inedito su posizioni tangenti la scena dell’arte italiana, considerate a torto periferiche rispetto alle influenze europee e statunitensi, e apre al dialogo con esperienze radicate in altre geografie.La mostra nasce da due anni di ricerca di D’Aurizio, invitato nel 2020 dalla appena nominata direttrice Caterina Riva, a concepire una mostra per il museo che tenesse conto della sua posizione geografica e della sua collezione legata al Premio Termoli. “Oggi siamo felici di presentare al pubblico i frutti di quel processo di attenta ricerca e curatela. – commenta Caterina Riva, direttrice del MACTE – sub racconta storie di migrazione incarnate in oggetti e opere d'arte e rimescola le categorie solitamente applicate alla storia dell'arte in una proposta originale pensata in relazione alla posizione del MACTE”. sub ipotizza che le ricerche dei nove artisti e artiste invitati, anche laddove siano legate alla tradizione artistica occidentale, abbiano radici lontane, in culture visive emerse alla periferia del mondo globalizzato. Affiliati a importanti movimenti culturali quali l’Arte Concreta, l’Arte Povera, il Femminismo, le Nuove Tendenze, la Pittura Analitica, e il Design Radicale, questi artisti sono stati raramente riconosciuti per i contributi che vi hanno apportato. Le loro opere hanno scosso i fondamenti teorici dell’arte moderna e contemporanea italiana rivelandone l’impostazione eurocentrica. “In dialogo con la collezione del MACTE – afferma Michele D’Aurizio, curatore della mostra - sub crea nuove sinergie e nuovi sincretismi. La mostra invita i visitatori a cogliere questi dialoghi tra linguaggi e tematiche e a ragionare su come forme che possono apparire già viste, in realtà riflettono la differenza etnica e culturale dei singoli artisti”. Il titolo della mostra evoca una dimensione sotterranea, con riferimento diretto alla posizione marginale a cui molti di questi artisti e artiste sono stati relegati dalle politiche culturali del sistema dell’arte italiano. Tuttavia, la mostra considera la “sotterraneità” come una condizione che può essere stimolo e motore della creazione artistica, un indice delle peculiari esperienze storico-biografiche e geo-politiche degli artisti e artiste invitati. Nelle ricerche degli artisti esposti le topografie dell’arte italiana si espandono e stratificano: arrivano a includere terre d’origine a Sud dell’equatore, si intrecciano alle politiche culturali del Terzomondismo e dei movimenti di decolonizzazione, investono riflessioni sulla condizione di subalternità rispetto a un passato di colonialismo politico e a un presente segnato dalla struttura coloniale del potere, abbracciano preoccupazioni politiche, estetiche e spirituali spesso estranee alle conversazioni dominanti nella società italiana dell’epoca. www.fondazionemacte.com