Ottavo appuntamento con lo spazio completamente dedicato agli autori emergenti. Una rubrica di approfondimento che offre spazio a scrittori e scrittrici e alle loro opere edite e inedite: libri, racconti, poesie. Oggi dedichiamo lo spazio alle famiglie e alle mamme. Nel primo incontriamo una copia immaginaria che rappresenta migliaia di coppie in crisi. Un libro che si rivolge non solo a chi questo doloroso percorso lo sta attraversando, ma anche a chi può ancora fermarsi e provare a ricostruire. Nel secondo troviamo una storia che racconta le sofferenze che un’esperienza intensa come quella della maternità si porta dietro.
Copertina della rubrica: grafica a cura di Giulia Ercolini (link Instagram)

IL LIBRO
“ERAVAMO NOI”
di GIORGIA GUERNACCI
Paolo è un marito affettuoso e Francesca è una moglie premurosa, con le loro due bambine, Giulia e Alice, erano una famiglia perfetta, quella che tutti hanno sognato di avere almeno una volta nella vita. Eppure, le incomprensioni, l’assenza di dialogo, le difficoltà e l’abitudine di aversi accanto hanno portato alla rottura di quell’unione apparentemente così solida. La scelta di una separazione sarà stata la soluzione migliore? Entrare per la prima volta nello studio di un avvocato, alternarsi le giornate con i figli, discutere per il loro mantenimento, dormire in quel letto da soli dopo tanti anni e andare incontro a lunghe ore di solitudine, era davvero quello che avevano immaginato quando avevano detto “basta”? Tanti punti interrogativi e una sola risposta, perché la vita a volte può riservare sorprese.

CONOSCIAMO L’AUTRICE
GIORGIA GUERNACCI
Giorgia ha una laurea in Giurisprudenza e oggi lavora come Avvocato e nel tempo libero coltiva la sua passione per la scrittura. Negli anni, anche grazie al suo lavoro, si è appassionata alle famiglie in tutte le loro sfaccettature e le loro forme, perché nessuna è uguale ad un’altra ed ognuna si distingue per la propria originalità, attraverso la quale esprime il proprio fascino. Il suo libro è dedicato a tutti coloro che stanno vivendo una crisi familiare, sperando di poter contribuire a sciogliere i dubbi e a prendere le decisioni con maggiore sicurezza e serenità.
ESTRATTO
Appena Francesca andò via, Ludovica si precipitò nella stanza dell’avvocato.
- Posso entrare?
- Certamente Ludovica, prego!
- Avvocato, deve essermi sfuggito qualcosa!
- Cosa?
- Perché quei due si lasciano?
- Per noia!
La ragazza la guardò attonita.
- Ha davanti a lei un classico caso di pura noia coniugale!
Quei due, Ludovica, erano una coppia perfetta, con un rapporto brillante, solo che non sono stati in grado di contrastare il corso degli eventi e hanno portato quel rapporto tanto splendido alla saturazione, logorandolo come pochi altri avrebbero saputo fare.
Li ha visti? A loro non mancherebbe nulla, hanno due bambine splendide, due buoni stipendi, una bellissima casa, ma hanno sbagliato il piede con cui muovere i primi passi. Per loro il matrimonio è stato un punto d’arrivo, dove sedersi, rilassarsi, nascondersi e non invece un punto di partenza. Lei si è nascosta a fare la mamma dietro alle sue bambine dimenticandosi di avere un marito, anzi, quel marito è diventato quasi scomodo tanto che ad oggi, se potesse, lo escluderebbe persino dalla vita delle bambine.
A lui questa situazione ha fatto comodo per sedersi sul divano e fare quello che voleva col suo televisore anziché andare a rivendicare la presenza di sua moglie e, in tutta risposta, per colmare la sua mancanza d’affetto, si è mangiato tutti i soldi di nascosto e magari si è anche consolato altrove, ma questo non potremo mai saperlo.
Chi non si lascerebbe dopo dei trascorsi così? Ora non si possono vedere perché l’uno riconosce nell’altro la propria rovina. Quasi tutti i matrimoni nascono da una coppia perfetta e felice. Il perdurare di quella felicità però, dipende da quanta complicità esiste tra i due coniugi che non devono permettere a niente e nessuno di frapporsi tra loro. Se ognuno dei due coniugi inizia a giocare la partita da solo è finita. Non sto dicendo che ci si deve muovere all’unisono, è evidente, ma che ci si deve muovere ognuno tenendo a mente lo stesso obiettivo, la famiglia. Solo così si riesce a gioire l’uno delle cose dell’altro e si genera comunione e non divisione ed ecco che ci si circonda di entusiasmo, compreso quello per i figli che non può essere una esclusiva di uno solo. I figli, non si sa per quale motivo, portano la coppia a non fare più cene romantiche a lume di candela, per la gelosia nei confronti di qualche nonna o per non dare pochi spiccioli ad una baby-sitter.
Quanto risparmierebbero pagando una baby-sitter anziché un avvocato, non è vero, Ludovica? Quello che i genitori non capiscono è che i figli cresceranno e faranno la loro vita e quando andranno via, coppia si era e coppia si torna ad essere. Per non ritrovarsi come due perfetti sconosciuti è necessario tenere vivo il rapporto sempre, soprattutto in quella fase del matrimonio in cui i bambini sono piccoli. Non si deve mai smettere di fare i fidanzati Ludovica, il segreto è tutto lì. Sposarsi vivendo da fidanzati, ma non so perché, non la condivide nessuno la mia teoria.
- Perché andrebbe spiegata prima, avvocato. Prima del matrimonio, prima dei figli e della crisi, ovvero, prima che sia troppo tardi.
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IL LIBRO
“AL DI LÀ DELLA GIOIA –
IL LATO NASCOSTO DELL’ESSERE MADRE”
di DANIELA PICCHI
Il romanzo trae ispirazione dall’esperienza professionale dell’autrice come medico pediatra e dalla sua esperienza umana e di madre a sua volta.
La storia, narrata sotto forma di romanzo epistolare, racconta l’esperienza materna in tutte le sue sfaccettature: l’immensa gioia ma anche le difficoltà che le madri devono affrontare per essere tali.
La nascita della madre, porta inevitabilmente alla perdita dell’essere donna, processo complesso e difficile.
Oltre a questo la neo madre deve affrontare la relazione con la propria madre, indispensabile per diventare madre lei stessa.
La protagonista, in una lunga notte insonne, fa un percorso catartico, di conoscenza di sé stessa e delle dinamiche familiari.
Il vissuto dei primi mesi come madre la porta a dubitare di sé stessa, fino al credere di non essere meritevole di essere madre.
I temi affrontati sono quelli della depressione post parto, patologia spesso non riconosciuta, ma che colpisce una moltitudine di donne che hanno invece bisogno di aiuto.
Il romanzo “che si legge tutto di un fiato” è la storia delle emozioni della maternità, anche di quelle nascoste e che spesso vengono ignorate, anche volutamente.
Un invito a non nascondere, a non vergognarsi delle proprie debolezze e ad avere il coraggio di superare l’oscuro che si nasconde dentro di sé, per affrontarlo e ritrovare la gioia perduta.

CONOSCIAMO L’AUTRICE
DANIELA PICCHI
Daniela Pecchi è nata a Poggibonsi nel 1957 (SI). Ha vissuto sempre in Toscana, spostandosi in varie aree per motivi di lavoro. Ha svolto la professione di medico – pediatra fino al 2019, da cui trae la maggiore fonte di ispirazione per scrivere.
Ha sempre avuto la passione della scrittura, insieme a quella della fotografia e della pittura.
Il suo primo romanzo “Al di là della gioia” è edito da A.L.A libri nel 2021.
Il romanzo ha ricevuto una menzione speciale al concorso letterario “Le parole di Lavinia “indetto da CSFI ( Centro Studi Femininum. Ingenium ) edizione 2022.
Con il racconto “Le mani del padre” ha ricevuto il primo premio al concorso letterario indetto da PAV edizione “In memoria di Stefania Formicola, vittima di femminicidio” nell’anno 2021.
ESTRATTO
Ancora il tuo pianto.
Lo sento, anche se non lo ascolto. Ancora e ancora.
Quel rumore stridulo rompe il silenzio della notte.
La tua insistenza mi ferisce, mi umilia, mi penetra dentro e mi crea dolore.
Un dolore profondo, sordo, nuovo per me, un dolore che mi spezza l'animo.
Quei toni striduli rimbalzano nella stanza e si diffondono oltre ogni barriera, non c'è luogo dove rifugiarsi, dove non sentirlo.
T’imploro di fermarti, ti prego di regalarmi un at- timo di pace.
Un momento senza chiedere, chiedere... chiedere qualcosa che non so darti.
Non ti capisco, amore mio.