Eccoci con lo  speciale dedicato alle mostre. Ad Ascoli Piceno il paesaggio delle Marche nelle sculture di Giuliano Giuliani. A Torino Peter Hince fotografie, video, cimeli, rarità.  A Roma la mostra delle opere di Gianni Dessì.

“ARMONIE DI PIETRA
Il paesaggio delle Marche nelle sculture di Giuliano Giuliani”
a cura di Carlo Bachetti Doria
fino al 28 giugno 2023
Chiostro di Sant’Agostino
Corso Giuseppe Mazzini, 90 – Ascoli Piceno
orari: dalle 10 alle 18 – lunedì chiuso

ingresso gratuito
https://www.ascolimusei.it/ 

Q di Quadro – 2000-2020 – foto Ignacio Maria Coccia
Fino al 28 giugno 2023, il Chiostro di Sant’Agostino ad Ascoli Piceno ospita Armonie di pietra. Il paesaggio delle Marche nelle sculture di Giuliano Giulianiseconda tappa, dopo quella romana al Parco Archeologico del Colosseo, del percorso espositivo che dà spazio alle opere dell’artista Giuliano Giuliani. Sculture dalle linee morbide e fluttuanti, proprio come le colline marchigiane che ne ispirano le forme, realizzate in travertino, la bianca pietra calcarea che è anche il simbolo del territorio ascolano. Le opere di Giuliano Giuliani nascono e si plasmano nel travertino, una roccia sedimentaria calcarea indissolubilmente legata alla città di Ascoli Piceno: il travertino, infatti, costituisce l’essenza dei monti che abbracciano e proteggono la città, rivestendola come un’epidermide e stabilendone la fisionomia. Si tratta di una materia viva profondamente legata anche alla storia personale dello scultore: Giuliano Giuliani nasce infatti ad Ascoli Piceno e tutt’oggi opera là dove un tempo suo padre e suo zio diedero vita all’attività di famiglia, una cava a Colle San Marco, situata pochi chilometri sopra la città di Ascoli, che oggi si è trasformata in uno studio a cielo aperto, un luogo capace di raccontare in maniera diretta, oltre che il passato dell’artista, anche le origini delle sue opere. Estraendola direttamente dal grembo delle Marche, l’artista lavora e trasforma la pietra in sculture dalle linee morbide e fluttuanti, traducendo in atto ciò che in realtà nella roccia è già in potenza. Il travertino, infatti, è definito dallo stesso Giuliani come una lavagna del tempo, forma e memoria del paesaggio. Le sculture di Giuliani rappresentano così veri e propri luoghi della sua terra: esprimono tratti formali e teorici che corrispondono al paesaggio – le dolci e sinuose colline marchigiane –, e alle caratteristiche immateriali della Regione, quell’interiorità che si esprime nel rigore del suo lavoro. Quello che ne viene fuori sono corpi pieni e compatti ma anche depressioni d’ombra che diventano parte integrante dell’espressività dell’opera: le armonie di pietra sono come rovine che l’artista - guidato dalla materia della sua terra e dal flusso del tempo - riporta alla luce ricercando le radici della civiltà e del nostro essere. Presso il Chiostro di Sant’Agostino ad Ascoli saranno esposte, in particolare, le ultime opere, recentissime e inedite, ispirate all’archeologia romana e realizzate dallo scultore in occasione della mostra presso il Parco del Colosseo

“QUEEN EXPERIENCE  | PETER HINCE”
a cura di Ono Arte
in collaborazione con Blu&Blu Network
organizzazione Radar, Extramuseum e Le Nozze di Figaro
fino al 16 luglio 2023
Archivio di Stato
Piazza Castello, 209 Piazzetta Mollino – Torino

orari: mercoledì, giovedì e venerdì 14-18 – sabato e domenica 11-19
ultimo ingresso un’ora prima della chiusura
Ingresso: intero 12 euro – ridotto 9 euro

Freddie Mercury – foto di Peter Hince
Dopo il successo della mostra dedicata agli scatti di Steve Schapiro a Davide Bowie, RadarExtramuseum e Le Nozze di Figaro propongono negli spazi dell’Archivio di Stato di Torinofino al 16 luglio, una nuova esposizione fra grande fotografia e storia della musica. Con la curatela di Ono Arte in collaborazione con Blu&Blu Network la mostra Queen Experience | Peter Hince racconta, attraverso le fotografie del road manager della band – Peter Hince appunto – e una ricca selezione di memorabilia, lo straordinario percorso umano e professionale dei Queen e del suo carismatico frontman Freddie Mercury. Grazie alla fortuna d’aver lavorato per una delle più famose fabbriche di hit musicali degli anni Settanta e Ottanta, Ratty – come era soprannominato Hince – ha potuto avere accesso, sia professionale sia privato, ai momenti salienti che hanno contraddistinto la band di Bohemian Rhapsody riuscendo a fermare nel tempo e a rendere eterni i suoi memorabili scatti. Il sodalizio tra Hince e i Queen inizia nel 1975, quando la band si stava apprestando a registrare A Night at the Opera. Peter era il responsabile di strumenti e soundcheck che doveva vigilare affinché la performance della band sul palco filasse come da copione; presto si guadagnò la fiducia di Freddie, Brian, John e Roger. Hince inizia a scattare fotografie ai Queen a partire dal 1976, quando ormai la band aveva raggiunto l’apice del proprio successo mondiale, e continua fino al 1986, con una parentesi di ulteriori due anni in cui Peter avrebbe immortalato solo Mercury. In virtù dello stretto rapporto personale esistente tra Hince e Freddie Mercury la mostra ha un particolare focus sul leader della band. Tra gli scatti di Hince emergono certamente alcune tra le immagini più iconiche del cantante, catturate in studio di registrazione, sul set dei video musicali più trasmessi nel mondo o su quello fotografico, dove Hince ha immortalato Freddie abbigliato come una vera regina. Freddie e i Queen hanno dovuto superare una serie di ostacoli e barriere, sia personali sia professionali, per raggiungere il loro enorme successo internazionale. Non hanno mai seguito le tendenze, ma hanno sempre creduto in loro stessi e nella loro musica in evoluzione, indipendentemente dalle critiche e dai mutamenti. Come Freddie spesso ripeteva: "Quality and style will always shine through - darling". E se le fotografie di Hince ci offrono uno spaccato unico e un accesso privilegiato alla band, la carriera dei Queen nella mostra è documentata nel dettaglio da un ricco allestimento che include gli oggetti provenienti dalla raccolta personale di Niccolò Chimenti, uno dei maggiori collezionisti europei dell’universo Queen.
La mostra, quindi, non rappresenta soltanto un inedito viaggio fotografico attraverso i momenti più importanti della band, ma una vera e propria esperienza impreziosita da memorabilia, dischi, poster, strumenti musicali, abiti ed accessori, documenti, rarità e cimeli originali appartenuti ai membri della band (dall’asta del microfono di Mercury, ai costumi per il video di Radio Gaga e molto altro). E ancora, a concludere il percorso espositivo i visitatori avranno accesso a una sala video in cui verranno proiettati rari spezzoni dei principali concerti internazionali della band. “Queen Experience | Peter Hince” si compone di 60 immagini del fotografo londinese, alcune delle quali esposte in anteprima internazionale, e di oltre un centinaio di cimeli, memorabilia, oggetti e documenti vari, tutti rigorosamente originali.

GIANNI DESSÌ. TUTTOPIENO”
a cura di Claudia Carlucci e Gaetano Lettieri
fino al 21 luglio 2023
Museo dell’Arte Classica  – Sapienza Università di Roma
Piazzale Aldo Moro, 5 – Roma
orario: da lunedì a venerdì 9-19,30 – chiuso sabato e domenica, 2 giugno
aperture straordinarie: sabato 13/05 15-24 e sabato 27/05 10-20
ingresso libero
https://web.uniroma1.it/polomuseale/museo-arte-classica

Gianni Dessì – Marco – foto Andrea Veneri
Il Museo dell’Arte Classica de La Sapienza Università di Roma presenta fino al 21 luglio 2023 la mostra Gianni Dessì. TuttoPieno, a cura di Claudia Carlucci e Gaetano Lettieri. L’esposizione viene a conclusione del progetto che ha visto Dessì nominato artist in residence per il 2020-2021 presso il Dipartimento di Storia Antropologia Religioni Arte Spettacolo, SARAS, diretto da Gaetano Lettieri. Periodo che ha coinciso con la diffusione dell’epidemia da Covid-19 rendendo difficile qualsiasi sviluppo di attività. Si è giunti allora alla decisione di lasciare segni. Esposizione, il cui titolo, scelto dall’artista trova fondamento sia nella tridimensionalità della scultura che nella realtà di uno spazio gremito e percorso, dove alle opere spetta trovare un equilibrio a stabilire connessioni anche con la presenza viva e costante degli studenti che di quegli spazi fanno un uso quotidiano. Una mostra quindi che oltre alla eccezionale raccolta della quasi totalità dei gessi del Museo vedrà esposte circa 19 opere tra sculture e dipinti di Gianni Dessì, a testimoniare il suo percorso artistico dove i termini di scultura, pittura, installazione trovano un originale punto di incontro nella potenza dell’immagine, fulcro e sintesi di innumerevoli altri approdi fisici e mentali. La mostra parte dalla Facoltà di Lettere e Filosofia e si snoda negli spazi della gipsoteca e nelle aree limitrofe, in un’aula per la didattica, nei vani scale sino a occupare il soffitto del quinto piano dell’edificio di Lettere e si concentra particolarmente su quegli esiti che hanno visto la materializzazione di ‘figure’ a fare ‘spazio’. L’opera di Gianni Dessì si costruisce intrecciando trame di colore con materiali vari sino a farsi visione, come in molte di queste opere, dove le superfici di rete metallica, torcendosi, trovano volume e immagine su cui anche la pittura interviene introducendo ulteriori spazi in un gioco di fughe sempre in bilico tra fisico e virtuale. A questo dilemma e a questa temperatura l’artista consegna il proprio senso, in questa mostra, dove le tante storie si fanno storia: presenze del nostro immaginario che si materializzano, occupano spazio e si accalcano quasi a dar conto della propria fantasmaticità, per dire di noi, della nostra presenza. In occasione della mostra è prevista la pubblicazione di un libro-catalogo (Campisano Editore. Collana Saggi di storia dell’arte) a cura di Paola Bonani, che conterrà una prima parte a commento dell'opera  ”Controluce” oggetto della donazione, con testi di Micol Forti, Carla Subrizi e Claudio Zambianchi e scritti sulla mostra di Giovanni Careri e Denis Viva.