Dopo Fabrizio De André i ricordi di quasi quarant’anni di giornalismo rimangono a Genova con Pippo dei Trilli.

I ricordi in quasi quarant’anni di giornalismo sono veramente tanti ed è veramente difficile scegliere quali raccontare ma, questa volta, non ho avuto dubbi: dopo Fabrizio De André lo spazio lo dedico a un altro importante esponente della “genovesità” musicale.
Fin da ragazzo ero attratto dalle canzoni in “lingua” genovese: non è che allora ci capivo molto delle parole in dialetto della lanterna però c’era un qualcosa che mi attirava.
Non ero ancora uno “scribacchino”, quindi non pensavo a incontri, articoli e interviste, ma in me si accendeva la voglia d’estate e che in montagna giungessero amici genovesi che facevano riecheggiare nella vallata, con le loro musicassette, la musica e le parole di brani quali: Olidin olidena, A l’ea unn-a figgetta e molte altre…
… e naturalmente Trilli Trilli.
Mi sto riferendo naturalmente ai Trilli, Pippo e Pucci.
Poi, come spesso capita, cambio giri e abitudini ma la passione per i Trilli rimane inalterata, rinvigorita dal fatto che insieme ai primi passi giornalistici diventa più stretto (per vari motivi) il mio rapporto con Genova.

Poi la grande occasione: il 2006 volgeva al termine e vengo contattato per gestire l’ufficio stampa del concerto che segnava il ritorno di… Pippo dei Trilli.
È nata così una frequentazione con Pippo che mi ha consentito di conoscere lui e due persone straordinarie: la moglie Lina e il figlio Vladimiro, che ancora oggi per me sono un po’ come la mia famiglia.
I giorni tra la fine del 2006 e l’inizio del 2007 sono passati tra cene sulla barca-ristorante di Pippo e bevute nei caruggi per costruire il grande evento.
Questa frequentazione con Pippo mi ha portato a essere insieme a lui nelle ospitate dove cantava le sue canzoni, in televisione o solo a bere un bicchiere o mangiare un piatto di pesce sulla sua barca.
Serate in barca passate quasi goliardicamente con Pippo alle tastiere e tutti a cantare (anche se io stonatissimo) le canzoni che proponeva.
E non mancava mai la vittima sacrificale che durante la canzone “Trilli Trilli” si prendeva bonariamente del gondone… “E ûn bottigion de vin bon… e Fabrizio a l’è un gundon”… ebbene si una volta me lo sono preso anch’io e chiedo pietà agli amici genovesi per come ho riportato la frase.

Il concerto di Novi Ligure, in provincia di Alessandria, del mese di gennaio 2007 (per l’esattezza il 20 gennaio) fu un grande successo su cui si basavano i propositi per un intenso futuro ignari del terribile destino che colpì Pippo poche settimane dopo.
Nell’intervista realizzata per promuovere il concerto chiesi cosa prevedeva per il futuro, Pippo mi rispose: “Non ho mangiato la cacca del mago per sapere cosa mi riserva il futuro”.
Del grande concerto di Novi Ligure porto indelebili alcuni ricordi ma uno in particolare mi è rimasto dentro con emozione, nostalgia e commozione.
Terminato il concerto la voce fuori campo ha iniziato a fare i ringraziamenti rivolti a coloro che hanno fatto parte dell’evento ma, a sorpresa, nel momento in cui disse “L’addetto stampa” Pippo lo ha fermato è ha detto “Lo voglio ringraziare personalmente l’addetto stampa, Fabrizio Capra”, fatto che mi ha inorgoglito… e parecchio.
Pippo poi, purtroppo, ci ha lasciato prematuramente (e insieme a lui tanti progetti) ma dentro rimane vivo più che mai grazie anche a chi porta avanti oggi la tradizione dei Trilli, tra il passato e l’innovazione.
Di Pippo mi piace ricordare dei momenti che rimarranno per sempre scolpiti nella mia memoria.
Da quando mi diceva “per me sei come un fratello” a quando, invece, mi appellava scherzosamente “il giornalista più gondone che c’è” (detto in genovese è tutto un altro effetto).

E poi a febbraio del 2007 nel negozio di Gianni Tassio (oggi Viadelcampo29rosso, la casa dei cantautori genovesi), nella mitica Via del Campo, a celebrare il compleanno di De André con la presenza del grande Don Gallo, con Pippo ospite canoro dell’occasione ed è stato uno spasso sentire cantare Pippo e Don Gallo A l’ea unn-a figgetta (e soprattutto la parte che diceva Co-o cù, co-o cù).
Bei ricordi!
L’incontro e la frequentazione con Pippo mi ha lasciato in eredità la grande amicizia con il figlio Vladimiro (Vladi dei Trilli) e con la moglie Lina, due persone che sento veramente molto vicine.
Inoltre mi ha consentito di conoscere e apprezzare anche musicisti che hanno suonato con lui (ora con Vladi). Ne cito alcuni certo che mi dimenticherò di qualcuno (chiedo venia): Alberto Marafioti, Fabrizio Salvini, Fabio Bavastro, Antonello Palmas
E sicuramente quello di Pippo è uno dei più bei ricordi di quarant’anni di carriera, qualcosa che va oltre i semplici motivi professionali e mi rimarrà sempre dentro il cuore.