Terzo appuntamento con lo spazio completamente dedicato agli autori emergenti. Una rubrica di approfondimento che offre spazio a scrittori e scrittrici e alle loro opere edite e ineditei: libri, racconti, poesie. L’articolo di oggi è dedicato al personaggio creato dalla scrittrice romana. Il racconto invece è di Daniela Fustilla e dedicato a Irene, la figlia.

Copertina della rubrica: grafica a cura di Giulia Ercolini (link Instagram) 

I LIBRI
“LA CONDANNA DI JOHN DOYLE”
e “LA FUGA DI JOHN DOYLE”
di LETIZIA SEBASTIANI

La condanna di John Doyle
Quando il mite e insignificante John aveva trovato quello strano simbolo rosso sulla parete della sua nuova casa, l’unica cosa che aveva pensato di fare era stata coprirlo con un’abbondante passata di vernice bianca, nonostante le perplessità di sua moglie Cynthia. Ora Doyle è in un carcere di massima sicurezza, accusato di aver ucciso la moglie: è stato trovato chino sul suo corpo con l’arma del delitto in mano. Nel diario che scrive in cella tenta di raccontare la verità sull’omicidio e su quel simbolo rosso apparso dal nulla che cela un pericoloso mistero. Nessuno crederebbe mai a una storia tanto assurda, ma John non ha nessuna intenzione di morire in prigione…

La fuga di John Doyle
In questo secondo volume ritroviamo John Doyle esattamente dove lo avevamo lasciato, mentre evade di prigione. Una volta raggiunto il professor Stevens egli gli rivela che ci sono tantissimi mondi a cui accedere, grazie a un misterioso libro. Il professore ha creato una sorta di anticamera per i mondi paralleli che ha esplorato e, assetato di conoscenza, convince John e i suoi compagni a scoprire insieme un altro universo e disegnare un nuovo simbolo, ma ben presto, sospesi tra i mondi, scopriranno che ciò che sembra un’avventura nasconde pericoli oltre ogni loro immaginazione.
Estratto dal libro
Corri. Corri, forza, e no, non guardarti indietro; non importa da dove sei uscito, tanto non ripasserai mai più da lì. Non ci ripasserai mai più. Devi solo mettere più metri possibili tra te e quella maledetta porta. Fa caldo, mio dio!
 E John correva. Correva perché sapeva che il portale ci avrebbe messo qualche minuto a richiudersi e qualcun altro avrebbe potuto passare e vederlo, inseguirlo, riportarlo indietro. Si sfilò la tuta arancione del condannato e se l’avvolse attorno alla mano. Lui era un maestro nel mangiarsi le unghie. Divorava unghie da quand’era ragazzo ma stavolta si era superato; stavolta, per poter far uscire sangue sufficiente a disegnare il portale, se ne era strappate tre, con i denti, arrivando alla carne viva, lasciandole appese al dito come scaglie di pelle. E adesso facevano un male cane. Strinse quel fagotto insanguinato contro il petto e continuò a correre in mutande.

Conosciamo l’autrice
LETIZIA SEBASTIANI

Letizia è nata nel 1983 a Roma, dove tutt’ora vive. Laureatasi in scienze pedagogiche e in psicologia forense, ha proseguito gli studi con un master in criminologia. Attualmente è un’insegnante di scuola dell’infanzia e mamma di due bambine, con la passione per la scrittura e il teatro. Ha scritto:  Amor di morte (2003), Novelle da incubo (2009), Ai confini di Pangonia (2012), La condanna di John Doyle (2019), La fuga di John Doyle (2021) e Il camerone (2021)
Link:
La condanna di John Doyle eBook : Sebastiani, Letizia: Amazon.it: Kindle Store
https://bookabook.it/libri/la-condanna-john-doyle/
https://bookabook.it/libri/la-fuga-john-doyle/
La fuga di John Doyle : Sebastiani, Letizia: Amazon.it: Libri

IL RACCONTO
DANIELA FUSTILLA – “IRENE”

Oggi ti ho accompagnata all'asilo, ti ho stretto forte la mano, più di quanto sono solita fare e tu, che ti accorgi sempre di tutto, hai chiesto “mamma, perché stringi così?”

“Ti faccio male?” Ti ho domandato, allentando subito la presa, sentendomi in colpa.

“No” mi hai sorriso, “ma hai paura?” Nel tuo sguardo c’è sincerità, curiosità e amore, amore incondizionato, fedele, puro.

“Non ho paura, però mi è venuta fame." dico e tu sai già cosa sto per fare, quindi provi ad allontanarti, ma io ti tengo stretta, mentre tenti di sfuggirmi, rannicchiandoti su te stessa, ridi, ridi,ridi e quel suono è davvero musica per le mie orecchie, ho seriamente pensato di registrare la tua risata e quella di tuo fratello e usarle come suoneria. Ti sollevo in malo modo perché opponi resistenza, inizio a baciarti la mano, il braccio, il collo, le guance, i capelli e intanto caccio indietro le lacrime. Annuso il tuo profumo, mi godo il tuo calore, lascio che i tuoi capelli mi facciano il solletico. Vorrei tenerti per sempre attaccata a me, ma non si può, non sarebbe giusto per te. Tu devi crescere, fare esperienze nuove, arricchirti la mente con quello che il mondo può offrirti. La tua vita corre veloce, ieri succhiavi il latte dal mio seno, ieri iniziavi a gattonare, ieri incominciavi a camminare a parlare e a mangiare da sola… ieri hai capito che non siamo la stessa persona, o almeno per te non lo siamo più, per me, invece, il confine tra noi due ancora non esiste. Sei una parte di me, lo sarai sempre e io faccio così fatica ad accettare che stai crescendo… presto io non sarò più tutto il tuo mondo, mentre tu sarai sempre il mio. Vorrei avere una macchina che congela il tempo…con il senno di poi avrei dovuto godermi di più i tuoi movimenti nella mia pancia, è vero spesso mi facevi un male cane, hai giocato con la mia vescica come fosse un tappeto elastico, però eri tutta mia…vivevo nella stupenda illusione di poterti tenere al sicuro da tutto.

"Mamma, ora lasciami, devo andare. C'è la maestra che mi aspetta"

'Che cavolo, potresti almeno fingerti dispiaciuta' penso, invece dico " Certo, Ire! Divertiti, vita mia."