Miriana Kuntz ha recensito per i lettori di Ottiche Parallele il libro attraverso il quale l’autrice ci racconta di un amore intermittente, che a tratti sembra essere un caposaldo capace di salvare e tenere a galla, dall’altra, questa sorta di co-dipendenza, sembra spingere alla deriva prima l’uno e poi l’altra.

“Vuoto” è il libro di Ilaria Palomba edito da Les Flâneurs Edizioni.
Iris è una scrittrice di poco più di trent’anni, sposata con un ex mentore che idolatra follemente. Un giorno rivedendo le spiagge salentine che in qualche maniera le hanno strappato l’innocenza, compie un viaggio dentro sé stessa, inseguendo gli spettri di un amore fatale e di un’amicizia il cui finale rasenta il tragico.
Uno degli argomenti principali è il rapporto con Federico, suo marito, rapporto piuttosto disfunzionale. La Palomba ci racconta di un amore intermittente, che a tratti sembra essere un caposaldo capace di salvare e tenere a galla, dall’altra, questa sorta di co-dipendenza, sembra spingere alla deriva prima l’uno e poi l’altra. Entrambi i personaggi non smettono mai di cercarsi, pur sapendo che il loro matrimonio è stato uno sbaglio. Il matrimonio con Federico, quindi, più grande di lei e scrittore già affermato, dopo i primi entusiasmi iniziali, si trasforma in una vera e propria lotta al potere. Entrambi agli occhi del lettore assumono sembianze strane, e quello che la scrittrice lancia in maniera forte tra le righe, è che entrambi soffrono di un disturbo della personalità.
Iris sembra avere luce nuova solo quando abbandona il ruolo di donna, moglie e amante, e prende con sé quello di scrittrice. Attraverso l’arte, la donna sembra rinvigorire, tuttavia, ben presto dovrà fare i conti con la realtà dell’estro, e in una conversazione afferma che: “…la scrittura non salva, al contrario, ti toglie tantissimo, tu devi darle ogni volta un po’ della tua luce, della tua vita, allora ne vieni fuori un po’ meno vitale, ogni romanzo ti toglie qualcosa.”

Questa sorta di verità acerba, racconta una nuova storia al lettore. Per quanto l’arte per molti sia salvifica, essa sembra chiedere sempre un prezzo, un qualcosa in cambio dello stesso valore. Ed ecco che la parola vuoto, sembra tornare con più vigore. Lo spazio incolto raccontato dall’autrice e che prende l’unico posto disponibile nella titolazione del testo, torna con prepotenza, perché scrivere, racconta Iris, ti toglie sempre qualcosa, e attraverso il processo creativo, si paga sempre pegno. La scrittura è quindi un argomento cardine del romanzo stesso, perché appare come l’unico scopo di vita della protagonista. La sua è una scrittura istintiva, sempre alla ricerca di una sorta di spiritualità.
Un altro argomento senz’altro di grande importanza, è il rapporto conflittuale che Iris ha da sempre con la propria famiglia. Quel legame sembra appunto avvicinarla a tutti i ricordi spiacevoli del suo passato: i ricoveri in ospedale, la voglia di digiunare, quel fidarsi delle cure del proprio padre, senza trarne benefici sufficienti.
Una vita complessa, quindi disseminata da una forte promiscuità sessuale, e dalla voglia incessante di gettare la spugna, e abbandonarsi al dolce e aspro nettare della morte.
TITOLO: “Vuoto”
AUTORE: Ilaria Palomba
EDITORE: Les Flâneurs Edizioni
GENERE: narrativa
NUMERO DI PAGINE: 288
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2022
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