Un esordio da leggere tutto d’un fiato che porta in scena (probabilmente) non solo l’infanzia di Macaluso ma anche quella di tutti i suoi lettori e lettrici.

È nato a Monza nel 1996 il giovanissimo Daniele Macaluso, autore di “Gasteropodi” ma da anni vive a Milano – luogo che l’autore ha consacrato come fulcro della propria formazione artistica, dopo aver vissuto tra lo Stato di Washington e il Southwest. E forse, proprio da quei luoghi l’autore dovrà pur esser stato influenzato, perché lo sfondo di “Gasteropodi” richiama la desolazione e la libertà sconfinata delle campagne e dei deserti d’Oltreoceano.
«Conta avere qualcuno che ti sappia parlare, ascoltare. Il resto sono solo fantasmi, e i fantasmi fanno paura» recita la quarta di copertina del romanzo. Il non-luogo e il non-detto, infatti, sono protagonisti indiscussi di questa affascinante storia che ha come protagonisti tre ragazzini siciliani che scoprono un corpo ricoperto di lumache. In un misto di orrore ed esaltazione quel piccolo evento segna definitivamente la vita del più piccolo del gruppo, Daniele, fratellastro di Santiago e amico di Giuseppe. Una scena con cui si apre il romanzo che non può che riportare alla memoria l’infante protagonista de Il conformista di Moravia, quando stupito e affascinato si trova davanti all’atto di uccidere una lucertola.
La vita di Daniele è chiamata più volte al cambiamento, e non sempre si tratta di un cambiamento positivo. Prima incappa in due criminali e passando per Milano, finisce in un pericoloso soggiorno in Perù. Eppure, c’è qualcosa che ogni volta lo riporta sulla giusta strada: il ricordo ancestrale ancora vivido come una visione che accada davanti ai suoi occhi, di quell’incontro avvenuto anni prima che si traduce nella figurazione di gasteropodi schiumosi e viscidi in procinto di inghiottirlo.
È allora che la memoria dell’adolescenza diviene per il protagonista di Gasteropo di un punto di partenza, un modo attraverso cui ripercorrere i propri errori. Ma fino a che punto, Daniele, potrà fare a meno di confrontarsi con quell’episodio, e che cosa ha significato davvero per lui quel cadavere percorso da lumache?
Con uno stile già maturo e un crescente di emozioni, i fili della storia si rintrecciano solo quando la lettura è pressoché ultimata. Allora il lettore non potrà che rimanere sbigottito davanti a ciò che il narratore, abilmente, ha saputo suggerirgli (senza mai dirgli definitivamente) durante tutto il corso della narrazione. Un esordio da leggere tutto d’un fiato che porta in scena (probabilmente) non solo l’infanzia di Macaluso ma anche quella di tutti i suoi lettori e lettrici: la difficoltà di diventar adulti in un mondo che sembra non offrir tempo a chi non intenda analizzare sé stesso e porsi le giuste domande, una volta per tutte.