La Fondazione dell’Albero d’Oro inaugura il 2023 con la mostra fotografica del fotografo francese di origini greche in calendario nella nuova residenza d’artista fino al 2 aprile 2023.

La Fondazione dell’Albero d’Oro ha inaugurato lo scorso 4 febbraio la mostra “Nikos Aliagas. Regards Vénitiens” del fotografo francese di origini greche Nikos Aliagas che si sviluppa negli oltre 400 mq del piano terra e della corte di Palazzo Vendramin Grimani, frutto di una nuova residenza artistica iniziata a luglio 2022 e conclusa lo scorso dicembre.
La mostra sarà visitabile fino al 2 aprile 2023.
“Nikos Aliagas. Regards Venitiens” si inserisce nel filone di lavoro dedicato alla fotografia che la Fondazione dell’Albero d’Oro ha avviato sin dalle prime esposizioni presentate a palazzo, integrando in maniera strutturale la ricca programmazione della Fondazione e consolidando la rinascita di questo storico luogo di trasmissione, scambio e valorizzazione artistica.

Nikos Aliagas ha percorso le calli veneziane per incontrare quelli che in città non si vedono: gli abitanti, ossia coloro che evitano gli sguardi degli obiettivi dei turisti.
Questo progetto è germogliato e cresciuto nell’anima dell’artista quando Nikos Aliagas, su invito della Fondazione dell’Albero d’Oro, ha visitato per la prima volta la laguna e ne ha potuto osservare la realtà misteriosa e affascinante.
In quel momento è nata l’idea di guardare veramente all’interno di Venezia, esplorando il mondo che ruota intorno a Palazzo Vendramin Grimani.

L’obiettivo di Nikos Aliagas ha viaggiato nella quotidianità straordinaria di campo San Polo, per il sestiere di cui è il cuore e fra gli scorci veneziani, e ha lasciato che fossero le immagini a raccontare le storie di chi vive e fa vivere questi luoghi.
Le immagini di Nikos Aliagas sono in bianco e nero: l’artista ha esplorato contrasti, controluce, movimenti all’interno di inquadrature in cui le linee rette e curve si sposano, ad esempio su un volto oppure all’angolo di una calle.
È ancora possibile improvvisare a Venezia? In una città fotografata milioni di volte da occhi di passaggio? Sì, risponde l’artista, se si parte dal principio che è Venezia a guardarci e osservarci.