Eccoci con lo  speciale dedicato alle mostre. Oggi due proroghe: a Bologna la grandiosa mostra con al centro le figure dei pictores e a Milano l’esposizione “The Garden’s Tale”.  A Roma la mostra di un pittore tra futurismo e ritorno all’ordine.

“I PITTORI DI POMPEI”
a cura di Mario Grimaldi

fino al 1° maggio 2023
Museo Civico Archeologico
Bologna

 I pittori di Pompei la grandiosa mostra aperta lo scorso 23 settembre al Museo Civico Archeologico di Bologna, continua a crescere di interesse. Settimana dopo settimana è andata aumentando di visitatori, effetto evidente del passa parola positivo che il progetto espositivo ha saputo catalizzare. Da qui la valutazione del museo, in accordo con MondoMostre, società organizzatrice dell’evento, di chiedere al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, prestatore dei preziosi reperti esposti nella mostra, la possibilità di prorogare la durata del generoso prestito, originariamente prevista fino al 18 marzo 2023. L’assenso espresso dalla direzione del museo napoletano consente di annunciare che “I pittori di Pompei resterà ancora visibile a Bologna fino al 1 maggio 2023. Curata da Mario Grimaldi e prodotta da MondoMostre, l’esposizione è stata resa possibile da un accordo di collaborazione culturale e scientifica tra Comune di Bologna | Museo Civico Archeologico e Museo Archeologico Nazionale di Napoli che prevede il prestito eccezionale di oltre 100 opere di epoca romana appartenenti alla collezione del museo partenopeo, in cui è conservata la più grande pinacoteca dell’antichità al mondo. Il progetto espositivo pone al centro le figure dei pictores, ovvero gli artisti e gli artigiani che realizzarono gli apparati decorativi nelle case di PompeiErcolano e dell’area vesuviana, per contestualizzarne il ruolo e la condizione economica nella società del tempo, oltre a mettere in luce le tecniche, gli strumenti, i colori e i modelli. L’importantissimo patrimonio di immagini che questi autori ci hanno lasciato - splendidi affreschi dai colori ancora vivaci, spesso di grandi dimensioni - restituisce infatti il riflesso dei gusti e i valori di una committenza variegata e ci consente di comprendere meglio i meccanismi sottesi al sistema di produzione delle botteghe.

“THE GARDEN’S TALE” di Alessandra Calò
a cura di Elena Carotti
fino al 26 marzo 2023
Lab 1930 Fotografia Contemporanea
Via Mantova, 21 – Milano

Sarà prorogata fino al 26 di marzo la mostra di Alessandra Calò The Garden’s Tale (Il racconto del giardino) allestita nel nuovo spazio espositivo dedicato alla fotografia contemporanea Lab 1930 di via Mantova 21 a Milano. L’esposizione, curata da Elena Carotti e accompagnata da un saggio critico di Lóránd Hegyi, già direttore del Musée d’art moderne et contemporain Saint-Étienne Métropole, si presenta come un’unica installazione composta da undici opere fotografiche Fine Art su carta di cotone differenti una dall’altra sia per dimensioni che per soggetto. Ideato durante il periodo di confinamento tra il 2020 e il 2021 e poi realizzato nel 2022, “The Garden’s Tale si sviluppa attraverso una serie di nature morte realizzate con oggetti reperiti in ambiente domestico che si alternano a visioni selvatiche, facendo emergere costantemente il confronto tra il mondo della natura e il mondo costruito dall’uomo. Il risultato sono opere fotografiche che invitano a penetrare l’oscurità alla ricerca della luce, opere dove si percepisce la delicata fragilità del nostro tempo nel sottile brusio del silenzio notturno.  Scrive Lóránd Hegyi nel suo testo in catalogo: “Alessandra Calò guida lo spettatore nel suo universo notturno e rivela una visione estremamente acuta e poetica di variazioni illimitate di micro-realtà quasi invisibili e di piccoli elementi apparentemente insignificanti della natura e dell'ambiente umano. Lo spettatore entra in questo universo poetico paradossalmente non attraverso la luce ma attraverso l'oscurità”. Alessandra Calò, che sta vivendo un periodo di intensa produzione artistica e di grande visibilità internazionale, è stata protagonista al Ras Al Khaimah Fine Arts Festival (Emirati Arabi) con il progetto fotografico  “HERBARIUM i fiori sono rimasti rosa”, mentre dal 3 aprile al 20 maggio sarà a Parigi alla Galerie Courcelles con la mostra “Elle(s)”. La mostra The Garden’s Tale è accompagnata da un photobook dedicato edito da Lab 1930 in 70 copie a tiratura limitata e firmate dall’artista contenenti tutte sedici le opere che compongono la serie originaria. Venti copie del photobook contengono inoltre una stampa Fine Art inedita di Alessandra Calò. Ingresso libero. Orari di apertura: su appuntamento tutti i martedì e giovedì dalle 16 alle 19. In occasione di MIA Fair giovedì 23 su appuntamento è possibile incontrare l’artista dalle 16 alle 18. Open day dalle 15 alle 18 nel fine settimana 25-26 marzo. Informazioni al pubblico | elena@lab1930.com

“GINO GALLI (1893-1944)
La riscoperta di un pittore tra Futurismo e Ritorno all’ordine”
a cura di Edoardo Sassi e Giulia Tulino
coordinamento Ilaria Schiaffini
fino al 6 maggio 202
3
MLAC – Museo Laboratorio di Arte Contemporanea
Città Universitaria, Sapienza Università di Roma
Palazzo del Rettorato
Piazzale Aldo Moro, 5 – Roma

GINO GALLI – Simultaneità (donna-bimbo-piante), (1918-19 Sul telaio 1914) olio su tela, cm 100 x 70 Collezione privata, RomaFoto Simon D’Exé
Il MLAC - Museo Laboratorio di Arte Contemporanea dell’Università La Sapienza di Roma  presenta fino al 6 maggio 2023 la mostra “Gino Galli (1893-1944). La riscoperta di un pittore tra Futurismo e Ritorno all’ordine”, a cura di Edoardo Sassi, giornalista del Corriere della Sera e  Giulia Tulino, assegnista di ricerca (Sapienza Università di Roma), realizzata con il coordinamento scientifico di Ilaria Schiaffini, docente di Storia dell’arte contemporanea e direttrice del MLAC. Allievo prediletto di Giacomo Balla, tra gli esponenti storici del Futurismo già dal 1914, autore e firmatario di importanti testi teorici, condirettore della rivista «Roma Futurista» (con Balla, Giuseppe Bottai e Enrico Rocca) e protagonista, nel 1919 e nel 1921, di due mostre personali presso la Casa d’arte Bragaglia di Roma, una delle più importanti gallerie dell’epoca. Nonostante tutto questo, Galli è stato fino a oggi un artista quasi del tutto ignoto anche alla storiografia sul Futurismo, salvo rare citazioni e non di rado errate, a partire dalla data di morte (quasi ovunque posticipata di dieci anni). L’esposizione, promossa da Sapienza Università di Roma, la prima in assoluto dedicata a Galli a più di cento anni di distanza dalle due personali alla Casa d’Arte Bragaglia di Roma (1919 e 1921) e a quasi ottanta anni dalla morte, prova a ricostruirne il cammino: pittore solitario, tormentato, omosessuale, appassionato di occultismo, probabilmente morfinomane, membro della polizia segreta di Mussolini (Ovra), sub-confidente nella rete di Bice Pupeschi, spia e amante del capo della polizia fascista Arturo Bocchini, ritratta dall’artista in un dipinto degli anni Trenta, l’unico esistente. Si tratta dunque della riscoperta di un protagonista controverso, ma di primo piano, dell’arte del Novecento, di cui sono presentati circa cinquanta dipinti – dagli esordi prefuturisti agli anni Quaranta - provenienti da collezioni private ad eccezione di tre opere (una dalla Galleria Nazionale d’arte Moderna e Contemporanea e due dalla Fondazione Brescia Musei) unitamente a documenti originali. Tutti materiali inediti, salvo rare eccezioni. La mostra - di impianto scientifico, ma con suggestivi elementi di narrazione - affronta anche il nodo della “sparizione” di Galli dopo un esordio folgorante che lo vide protagonista di primo piano nei ranghi dell’avanguardia futurista. Viene infatti esposta anche la sua produzione degli anni Venti, Trenta e Quaranta, durante i quali l’artista aderirà agli stilemi del Ritorno all’ordine e soprattutto a un Realismo magico carico di simbologie, dando vita a opere – ritratti, paesaggi, nature morte – di grande originalità e intenso cromatismo. Specifica del pittore anche la produzione di quadri di soggetto erotico, eccezionalmente di grandi dimensioni (cosa rara nella storia dell’arte), di cui si presenteranno alcuni esemplari. Tra questi un dipinto miracolosamente sopravvissuto fino a oggi grazie a un ultradecennale occultamento in una cantina: un ritratto di un giovane in camicia nera in un esplicito gesto di autoerotismo, databile 1920-1921 circa. Ingresso libero. Orari: dal lunedì a sabato, ore 15.00 – 19.00. Info: mlac@uniroma1.it - www.museolaboratorioartecontemporanea.it