Equaly, la prima realtà italiana ad occuparsi di parità di genere all’interno dell’industria musicale, non è affatto stupita dei risultati della finale di Sanremo 2023. Quello che Equaly vuole sottolineare è l’evidente difficoltà da parte del settore ad ammettere che esiste un problema.

Equaly, la prima realtà italiana ad occuparsi di parità di genere all’interno dell’industria musicale, non è affatto stupita dei risultati della finale di Sanremo 2023. I dati parlano chiaro ed è sufficiente analizzarli come Equaly sta facendo già dalle precedenti edizioni del festival e più genericamente del mondo musicale italiano. Sul blog di Equaly nel novembre 2021 e poi a febbraio 2022 era stata evidenziata la discrepanza tra cantanti, interpreti e autrici donne e uomini. Ad esempio nell’edizione 2022 del Festival di Sanremo era stata calcolata una presenza del 36% di artiste, che nell’edizione di quest’anno è calata al 33,7%, come anche sottolineato nel suo recente post di instagram.
Incominciando da un’analisi più generica del panorama musicale italiano iniziata partendo dai dati legati alla classifica FIMI 2022 è emerso che al suo interno solo il 10% del totale sono artiste, vedendo poi che il numero di concorrenti in gara al Festival era di 11 artiste su un totale di 28 le probabilità che al podio arrivasse una donna erano davvero scarse.
“Infatti il risultato finale non ci stupisce affatto“.
“Fa piacere e fa riflettere che sia stato proprio il vincitore del festival, Marco Mengoni, a prendere parola dopo la sua vittoria proprio per mettere l’accento sull’assenza delle sue colleghe nella classifica finale Top 5; Mengoni si è comportato da alleato, dedicando il premio anche alle artiste che hanno partecipato al festival e ai loro brani che, a suo dire, meritavano molto di più”.

Una narrazione legata purtroppo non solo alle artiste ma che si estende, ad esempio, alle direttrici artistiche della kermesse che risultano completamente assenti. Infatti dalla prima edizione del Festival di Sanremo nel 1951, nessuna donna ha mai ricoperto il ruolo di direttrice artistica (fatta eccezione per Carla Vistarini che nel 1997 ha affiancato Pino Donaggio e Giorgio Moroder nel direzione artistica), fondamentale per la scelta dei talenti in gara.
Ma da quanto emerge da una ricerca sempre realizzata da Equaly la scorsa estate e pubblicata sul suo profilo instagram, Sanremo non è l’unico festival ad avere questi dati. La maggioranza dei festival musicali italiani vedono, infatti, una carenza effettiva di parità di genere in quanto a presenza di artiste: solo 18% di artiste soliste e 5% di gruppi misti.
“Abbiamo fatto diverse ipotesi sul perché il mercato musicale italiano sia così poco inclusivo. Sicuramente hanno influito l’arrivo di Spotify e il funzionamento degli algoritmi, il successo della Trap, la pandemia che ha spostato il carico lavoro-famiglia-cura quasi completamente sulle spalle delle donne, e ovviamente l’humus culturale italiano, ancora ancorato a forti dinamiche patriarcali” Francesca Barone (co-founder di Equaly).
Quello che Equaly vuole sottolineare è l’evidente difficoltà da parte del settore ad ammettere che esiste un problema e la conseguente mancanza di un cambiamento concreto attenzionando tutte le dinamiche, non solo la selezione delle artiste. Sarebbe opportuno che tutte le direzioni artistiche, A&R compresi/e ne tenessero conto, incluso il Festival di Sanremo che ha una responsabilità maggiore parlando ad un pubblico ampissimo.

Equaly infatti non si occupa solo di artiste, cantanti, musiciste, interpreti, ma del gender gap nel suo insieme all’interno del mercato musicale italiano per tutti i ruoli professionali coinvolti. Equaly si impegna in diverse direzioni, sostenendo la community di professioniste del settore, facendo formazione, workshop, laboratori nelle scuole, creando occasioni di riflessione e consapevolezza attraverso panel tematici, articoli, dibattiti ma anche organizzando momenti di aggregazione per le professioniste della musica presenti e future.
Per sostenere Equaly è possibile aderire e sottoscrivere il manifesto che è già stato firmato ad oggi da oltre 600 persone fisiche e giuridiche che fanno parte del settore musicale.
https://www.equaly.it/


